TY - JOUR AU - Pignotti, Maria Serenella T1 - La sindrome di alienazione parentale: sconosciuta negli ospedali, endemica nei tribunali PY - 2013 Y1 - 2013-02-01 DO - 10.1701/1241.13704 JO - Recenti Progressi in Medicina JA - Recenti Prog Med VL - 104 IS - 2 SP - 54 EP - 58 PB - Il Pensiero Scientifico Editore SN - 2038-1840 Y2 - 2024/03/29 UR - http://dx.doi.org/10.1701/1241.13704 N2 - Una ipotetica sindrome cosiddetta di alienazione parentale, non sorretta da alcun dato evidence-based, sconosciuta ai medici, assente nei libri di medicina, non citata nel DSM né nell’ICD dell’OMS, mai dimostrata da studi controllati e pubblicati su riviste a riconosciuto impatto scientifico, imperversa nei tribunali dove è motivo – tanto frequente quanto preoccupante – di sospensione dell’affidamento dei figli. La sindrome, secondo i suoi fautori, nel corso di procedimenti di separazione coniugale colpirebbe quasi esclusivamente le madri ed i bambini, ipoteticamente uniti – entrambi – in una sorta di follia a due, cioè in una campagna di denigrazione del padre/marito (che costituirebbe, pertanto, un bersaglio innocente). Una simile teorizzazione si basa su un complesso, inaccettabile, retroterra che giustifica la violenza di genere e l’abuso sessuale. Il presupposto che madre e figli siano bugiardi, che il padre sia vittima di calunnie e che i figli siano incapaci di pensiero autonomo, inficia – d’altra parte – la possibilità di difesa e non di rado il ricorso stesso alla Giustizia da parte di donne e bambini. Nei casi di violenza intrafamiliare, la sindrome di alienazione parentale (PAS) diviene, quindi, efficace strumento ausiliare, nonostante la palese inattendibilità. La terapia “obbligata” è, infatti, l’interruzione – seppure a causa di motivazioni infondate – del contatto madre/bambino; pertanto, il ricorso alla PAS nei tribunali deve essere contrastato con energia. ER -