In questo numero

«The emergency wins every time. The newspaper, social media, dinner time conversation, the principal’s office, sportscasters, the weather, the boardroom – the conversation is almost always about the emergency of the moment. The thing that’s happening all at once.

We have a volunteer fire department in town, but we don’t often have a volunteer corps dedicated to long-term culture change. Even typing that out seems odd. But the chronic problems define our future, and the persistent changes over time brought us to where we are. Evolution of species is a chronic process. And most of us die from chronic illnesses. What would it take for us to spend even a fraction of our time and energy and attention on the chronic instead of the urgent? Drip by drip».

Lo scorso 17 luglio 2021, uno degli intellettuali più vivaci del mondo – Seth Godin – ha dedicato il post giornaliero sul proprio blog ai problemi cronici, avvertendoci che sono questi che definiscono il nostro futuro. Goccia dopo goccia.

La scarsa aderenza alle prescrizioni non solo riguarda soprattutto le malattie croniche ma è essa stessa un problema cronico: se ne parla da anni (l’editoriale di Martini e Piccinni cita un memorabile libro di Sackett e Haynes pubblicato 45 anni fa) ma la situazione non sembra migliorare. Per farsi un’idea di quanto sia difficile il cambiamento, basterebbe ricordare che quando si parla di aderenza non dovremmo fare riferimento soltanto ai medicinali: la ridotta aderenza alle prescrizioni riguarda molte altre decisioni (teoricamente) condivise da medico e paziente. Pensiamo all’alimentazione o all’attività fisica.

Gli autori dello stesso editoriale sottolineano come l’aderenza sia strettamente legata all’appropriatezza: molte volte si dimentica che quanto più una prescrizione è appropriata, tanto maggiore è la probabilità che il paziente segua in modo convinto il percorso deciso con il proprio medico. In quest’ottica, l’aderenza è anche un indicatore di appropriatezza.