Gino Strada,
un eroe del nostro tempo

Domenico Ribatti1

1Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze ed Organi di Senso, Università di Bari.

Gino Strada, il fondatore di Emergency, ci ha lasciati il 13 agosto scorso all’età di 73 anni. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano, si specializza in Chirurgia d’Urgenza alla scuola del grande Vittorio Staudacher, il primo a eseguire il trapianto di polmone nel 1949. Strada trascorre quattro anni di perfezionamento negli Stati Uniti presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Si trasferisce quindi in Inghilterra e in Sud Africa, dove svolge periodi di formazione presso l’ospedale di Harefield e presso il Groote Schuur Hospital di Città del Capo. Nel 1988 decide di dedicarsi all’assistenza dei feriti di guerra, e fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perú, Gibuti, Somalia, Bosnia.

Nel 1994, insieme alla moglie Teresa Sarti, che aveva sposato nel 1971 («È stata l’anima dell’organizzazione. Senza di lei non credo che Emergency si sarebbe sviluppata»), e alcuni colleghi e amici, Strada fonda Emergency, per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Il primo progetto vede la luce in Ruanda, durante il genocidio dei Tutsi. Ricorderà molti anni dopo: «Abbiamo deciso di partire per Kigali con poche migliaia di lire raccolte tra amici e conoscenti che condividevano la nostra stessa inquietudine. Appena arrivati ci siamo ritrovati a ristrutturare le sale operatorie dell’ospedale: cemento e mattoni prima ancora di bisturi e tavoli operatori. Solo dopo abbiamo iniziato a curare i feriti, sfigurati dalla violenza e dall’orrore dei machete».

Poi la Cambogia, e quindi nel 1998, l’Afghanistan, dove viene aperto un Centro chirurgico per vittime di guerra ad Anabah, nella Valle del Panshir. Dal 2005, Strada inizia a lavorare per l’apertura del Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum. Nel 2014, si reca in Sierra Leone, per l’emergenza Ebola. Ancora la sua testimonianza: «È bastato iniziare. Da allora abbiamo aperto decine di ospedali e Centri sanitari: solo oggi ne abbiamo più di 70. A quei primi gesti da muratori, ne sono seguiti infiniti altri: abbiamo cucito innumerevoli ferite, sostituito valvole a cuori malati, fatto nascere bambini in un ospedale sulle montagne, restituito gambe a chi le aveva perse… E poi ancora: abbiamo tenuto incontri nelle scuole, scritto articoli, venduto gadget, organizzato dibattiti…».

Emergency opera anche in Italia. Oltre a fornire assistenza sanitaria nelle carceri e operare per il salvataggio in mare e il soccorso ai migranti, più recentemente ha cooperato con le autorità sanitarie italiane durante il corso della pandemia di covid-19.




Al centro del pensiero di Strada la negazione della guerra come strumento per risolvere i conflitti e la necessità di una sanità pubblica. Quanto alla guerra, nel discorso pronunciato nel corso della cerimonia di consegna del Right Livelihood Award 2015, Strada sottolineava: «Lavorando in regioni devastate dalle guerre da ormai più di 25 anni, ho potuto toccare con mano questa crudele e triste realtà e ho percepito l’entità di questa tragedia sociale, di questa carneficina di civili, che si consuma nella maggior parte dei casi in aree in cui le strutture sanitarie sono praticamente inesistenti. […] Ogni volta, nei vari conflitti nell’ambito dei quali abbiamo lavorato, indipendentemente da chi combattesse contro chi e per quale ragione, il risultato era sempre lo stesso: la guerra non significava altro che l’uccisione di civili, morte, distruzione. La tragedia delle vittime è la sola verità della guerra».

Quanto alla necessità di una sanità pubblica, questo è il pensiero di Strada: «Troppi tagli sconsiderati e soldi ai privati. Il diritto alle cure mediche non è negoziabile. […] Oggi spendiamo in sanità circa 120 miliardi ogni anno, l’8,7% del Pil rispetto alla media europea del 9,9%. Gli ospedali sono stati trasformati in aziende e i mantra degli ultimi anni sono stati il “contenimento della spesa ed efficientamento dell’esistente”, i piani di rientro e il pareggio di bilancio. Ma di quale sanità hanno bisogno i cittadini? La risposta è semplice: una sanità pubblica, unica e non regionale, gratuita e di alta qualità. Quanto deve spendere lo Stato per realizzarla? Quanto serve: non un euro in più, non un euro in meno. Non sono un ingenuo, so cosa significa misurare le risorse disponibili sui progetti da realizzare». La chiarezza delle sue parole è disarmante, ma la logica delle scelte che vengono fatte ancora oggi non rispecchia il suo pensiero, perché va contro gli interessi costituiti. E Strada è stato anche molto critico anche nei confronti del Recovery Fund: «Solo 9 miliardi dei 209 del Recovery Fund verranno usati per investimenti nel settore sanitario. Poco più del 4% per un settore fondamentale per la vita di tutti noi. Se neanche una pandemia epocale con quasi 70 mila morti in Italia riesce a farci riorganizzare le nostre priorità, stiamo perdendo l’ultima occasione per riformare le basi della società in cui vogliamo vivere».

Gino Strada, un eroe del nostro tempo, sempre dalla parte degli ultimi, contro ogni forma di ingiustizia, ma non un’utopista. Resta la concretezza della sua azione tenace: Emergency ha fornito assistenza medico-chirurgica a oltre 10 milioni di persone nel mondo.

Come sosteneva Albert Camus, bisogna immaginare Sisifo felice. Secondo il mito, Sisifo, figlio di Eolo e di Enarete, è condannato a spingere in cima a un monte un masso che ogni volta rotolerà di nuovo a valle. È una delle più realistiche immagini dell’assurdo in cui viviamo. Eppure la frase con cui Camus concludeva il suo saggio sul mito di Sisifo è questa: «Bisogna immaginare Sisifo felice». Nonostante tutto, la felicità e l’assurdo sono figli della stessa terra e sono inseparabili e quando diventiamo consapevoli dei nostri limiti, serenamente li accettiamo, portando sulle spalle il nostro destino per solidarietà con la solitudine degli altri. E Gino Strada per questo si è adoperato nel corso della sua esistenza.