L’assistenza da parte di una doula è associata a migliori esiti di salute materni e neonatali

Doula support is associated with improved maternal and neonatal health outcomes.

Alice Serafini 1, Linda Speer2

1Dipartimento di Cure primarie, Ausl Modena; 2Department of Family medicine, The University of Toledo College of Medicine and Life Sciences, Toledo, Ohio, Usa.

La rubrica POEMs è a cura di Peter K. Kurotschka (Department of General Practice, University Hospital Würzburg, Germany).

Domanda clinica. L’assistenza fornita da una doula è associata a migliori esiti di salute per madri e neonati?

Punto chiave. In questo studio retrospettivo di coorte, che ha analizzato gli effetti dell’assistenza gratuita da parte di una doula a una popolazione generale di pazienti in gravidanza (con particolare attenzione alle donne a più alto rischio), una media di cinque incontri con una doula durante la gravidanza e durante il ricovero per il parto è risultata associata a tassi significativamente più alti di parto vaginale dopo cesareo, allattamento al seno esclusivo e visite post-partum, oltre che a tassi più bassi di parto pretermine. Questi risultati dovrebbero essere ulteriormente valutati tramite ampi studi randomizzati controllati.

Finanziamento: fondazione privata.

Disegno dello studio: studio di coorte (retrospettivo).

Livello di evidenza: 2b.

Setting: ospedaliero con follow-up territoriale.

Sinossi. Una doula è una professionista formata che fornisce supporto continuo fisico, emotivo e informativo alla donna prima, durante e subito dopo il parto, per aiutarla a vivere l’esperienza nella maniera più sana e soddisfacente possibile1. Un ampio volume di evidenze scientifiche, sintetizzate da una revisione Cochrane del 20172, aveva già mostrato come il supporto continuo durante il travaglio può migliorare gli esiti per madre e neonato, quali un maggiore numero di parti vaginali, un travaglio più breve e un minore uso di interventi medici, senza evidenze di effetti negativi, suggerendo benefìci particolarmente evidenti in contesti con risorse limitate o restrizioni sull’accompagnamento in sala parto. Questo nuovo studio retrospettivo di coorte (n=17.831), svolto in un unico centro per la durata di 2 anni, ha avuto l’obiettivo di valutare gli esiti materni e neonatali associati all’assistenza da parte di una doula, offerta gratuitamente alle pazienti in gravidanza grazie a un programma finanziato da una fondazione privata3. I ricercatori hanno informato le pazienti della disponibilità dei servizi di doula durante la loro prima visita prenatale. Inoltre, hanno effettuato un’attività mirata di sensibilizzazione per incoraggiare l’uso dei servizi di doula per le pazienti a più alto rischio di esiti avversi (etnia afroamericana, residenza in un quartiere socio-economicamente deprivato, mancanza di assicurazione sanitaria o essere assicurate da Medicaid, primiparità). Il gruppo assistito dalla doula includeva tutte le pazienti che avevano ricevuto almeno un intervento da parte di una doula durante la gravidanza o il ricovero per il parto (n=485). È stata inoltre condotta un’analisi di sottogruppo, limitata alle pazienti che avevano ricevuto almeno tre incontri prenatali con la doula (mediana= 5); anche in questo caso, il numero di partecipanti era pressoché identico (n=483). Gli autori hanno effettuato analisi statistiche avanzate per compensare la natura osservazionale dello studio, inclusi il propensity score matching e analisi di regressione multipla*. Dopo che sono state escluse dalle analisi le pazienti che avevano ricevuto cure prenatali al di fuori del loro sistema sanitario, pazienti con età gestazionali implausibili e quelle che avevano ricevuto l’assistenza di una doula al di fuori del programma, le analisi hanno mostrato che le pazienti assistite da una doula hanno avuto più parti vaginali dopo cesareo (34,4% vs 18,8%; p=0,002), meno parti pretermine (7,2% vs 10,8%; p=0,012), tassi più alti di allattamento al seno esclusivo (44,7% vs 37,1%; p<0,001) e tassi più alti di visite ambulatoriali entro 6 settimane dal parto (83,1% vs 78,2%; p=0,01). Nelle analisi per sottogruppi, gli autori hanno riscontrato effetti significativi in tutte le categorie di razza/etnia e tipologie di assicurazione.

Contesto italiano. In Italia la figura della doula è di introduzione relativamente recente, nonostante le prime traduzioni delle opere di Marshall H. Klaus e John H. Kennell, primi ricercatori medici statunitensi a condurre studi sui benefici della presenza della doula nel post-partum, siano state pubblicate negli anni ’904. Le prime realtà associative di doule sono nate agli inizi degli anni 2000, e oggi esistono diverse organizzazioni che offrono percorsi formativi, organizzano e promuovono la professione. La doula in Italia non è riconosciuta da un inquadramento giuridico o professionale specifico, né è inserita tra le professioni sanitarie regolamentate ed è quindi un’attività esercitata in forma privata e disciplinata da codici deontologici e di condotta interni alle associazioni di categoria, soggetti alla legge 4/20135. Non sono disponibili report istituzionali ufficiali che stimino la diffusione e l’impiego delle doule in Italia, ma due ricerche svolte in ambito sociologico6 e antropologico7 hanno evidenziato come questa figura stia cercando di ritagliarsi uno spazio nel sistema di assistenza alla maternità italiano. Considerando i dati allarmanti sulla diffusione della violenza ostetrica in Italia8, l’alta percentuale di donne che descrivono il proprio parto come traumatico9 e la necessità di offrire maggiore supporto alle donne con desiderio di maternità per contrastare il calo demografico, è auspicabile una discussione aperta tra tutte le figure, sanitarie e non, coinvolte nell’assistenza alla genitorialità per costruire una migliore rete di supporto alla maternità.

Note

*Negli studi osservazionali, i gruppi di confronto possono differire per caratteristiche che influenzano gli esiti clinici in esame (come età, gravità della malattia, comorbilità, etc.). Le analisi di regressione multipla e il propensity score matching aiutano a ridurre questi squilibri, cercando di isolare l’effetto del trattamento o dell’esposizione in esame. In questo modo si tenta di avvicinare l’analisi a quella di uno studio randomizzato, pur non essendolo.

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Bibliografia

1. What is a Doula. DONA International. Disponibile su: https://lc.cx/7sDHPz [ultimo accesso 26 maggio 2025].

2. Bohren MA, Hofmeyr GJ, Sakala C, Fukuzawa RK, Cuthbert A. Continuous support for women during childbirth. Cochrane Database Syst Rev 2017; 7: CD003766.

3. Lemon LS, Quinn B, Young M, Keith H, Ruscetti A, Simhan HN. Quantifying the association between doula care and maternal and neonatal outcomes. Am J Obstet Gynecol 2025; 232: 387.e1-43.

4. Klaus MH, Kennell JH, Klaus PH. Far da madre alla madre: come una doula può aiutare ad avere un parto più breve, più facile e più sicuro. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 1994.

5. Legge 4 del 14 gennaio 2013. “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”. GU n. 22 del 26 gennaio 2013.

6. Pasian P. Doulas in Italy: the emergence of a “new” care profession. Abingdon-on-Thames, England, UK: Routledge, 2022.

7. Benaglia B. La cura invisibile: potenzialità e limiti della pratica della doula. Antropologia e teatro 2020; 12: 59-83.

8. Minello A, Vettoretto E, Ortensi LE. La violenza ostetrica. Dove e quanto. In: Dello Preite F, Gheno V (eds). Altre prospettive sulla violenza di genere. Sguardi multidisciplinari per la prevenzione e il contrasto. Milano: Franco Angeli Editore, 2025.

9. Minello A, Leucci AC, Ortensi L. Dal trauma alla scelta: l’esperienza del parto nello studio della fecondità. Neodemos 2025; 25 marzo.