La disfunzione intestinale indotta da oppiodi comprende diversi disturbi gastrointestinali. Il più delle volte può essere altamente debilitante, deteriorando significativamente la qualità di vita dei pazienti. In particolare, la costipazione indotta da oppioidi (CIO) è il sintomo più frequente. Pertanto i pazienti con malattia oncoematologica necessitano di particolari attenzioni per tali sintomi invalidanti, prevenendoli se possibile con corretta valutazione della dieta, dell’età, delle abitudini intestinali, della storia di disturbi intestinali pregressi e degli effetti costipanti di altri farmaci concomitanti. Se queste misure non sono sufficienti a regolarizzare le funzioni intestinali, si può ricorrere a una terapia medica utilizzando lassativi comuni su base osmotica. La resistenza al trattamento con lassativi ad azione osmotica per più di tre giorni in paziente in terapia con oppioidi da almeno due settimane pone l’attenzione sull’utilizzo di diversi agenti approvati, come il naloxone peghilato (naloxegol). Riportiamo qui il caso clinico di un paziente trattato con questa nuova molecola sia per testarne l’efficacia sia per fugare ogni dubbio sulla possibilità di peggioramento di controllo del dolore legato al suo utilizzo.