Ritratto di Victor Montori

È professore di medicina e ricercatore molto citato presso la Mayo Clinic (USA). Nel 2016, ha fondato The Patient Revolution, un’organizzazione no profit per tradurre in azione le proposte di Perché ci ribelliamo, i cui proventi andranno a supportare il progetto.

Lavoro e formazione professionale

nella sua formazione, può dire di avere avuto un mentore?

Nel corso degli anni ho avuto un gruppo di mentori sempre diversi. Ho avuto dei mentori per il percorso professionale, mentori che mi hanno aiutato a superare le sfide del mio posto di lavoro, mentori in specifici progetti e così via. Ormai è da 25 anni che faccio il medico e continuo ad avere dei maestri e ad averne bisogno. Ora molti di loro sono miei coetanei o più giovani di me.

cosa la rende più orgoglioso della sua carriera?

La mia capacità di circondarmi di persone di elevata integrità, più generose e intelligenti di me. Ogni giorno loro migliorano me e migliorano il mondo.

la delusione più grande?

Il non sapere quando ero più giovane quello che so adesso.

le ragioni per cui ha scelto questa carriera…

Volevo studiare i nervi e il cervello. Pensavo che per farlo si dovesse essere un medico. Quando sono diventato un medico, volevo diventare un medico per gli anziani. Invece, sono diventato un endocrinologo e mi sono dedicato al diabete. Nonostante ciò, ho passato la maggior parte della vita professionale come ricercatore e docente specializzato sulla medicina basata sull’evidenza e sulla cura centrata sul paziente. In seguito mi sono concentrato sul cambiamento della medicina e dell’assistenza sanitaria attraverso la Patient Revolution, la rivoluzione dei pazienti. Se conosci delle valide spiegazioni per interpretare questa “carriera” scrivimi a victor@patientrevolution.org

la parte più gratificante del suo lavoro?

Lavorare con i miei amici e colleghi.

E la più noiosa?

Non sono così sicuro che ci siano delle parti noiose… O forse sono i miei amici e colleghi a fare il lavoro noioso?

qual è la parte del lavoro che più aspetta impaziente ogni giorno?

Stare con i miei colleghi. A causa di covid-19 siamo separati fisicamente ma tutti i giorni lavorativi iniziamo la giornata con una videoconferenza di 15 minuti. Non vedo l’ora di vedere i loro volti e di ascoltare le loro idee e storie.

può descriverci l’ambiente nel quale lavora? Cosa ha appeso alle pareti del suo ufficio?

Il nostro posto di lavoro quotidiano è un piccolo ufficio in cui ci sono troppe persone, senza pareti o porte divisorie. Un “open design”, non perché siamo moderni, ma perché questo è l’unico posto che siamo riusciti ad avere per la nostra grande squadra. Il mio posto di lavoro mi manca. Non siamo più stati insieme in quello spazio da marzo 2020. Nel mio ufficio di casa, dove trascorro la maggior parte del mio tempo, sulla parete c’è una lavagna, sugli scaffali ci sono i miei libri e appoggiate su alcuni di quei libri le foto della mia famiglia. Recentemente ho ricevuto una piccola riproduzione della “Cattedrale” di Rodin, che ora si trova su un ripiano per ricordarmi il ruolo centrale della cura nella mia vita e nel mio lavoro.

Sfide e scommesse

quale sarebbe la prima cosa che cercherebbe di fare se fosse US Secretary of Health and Human Services?

Collaborare con tutti gli stakeholder per ridistribuire risorse e impegno dall’assistenza sanitaria alla salute: infrastrutture di base per garantire acqua e cibo sano, per ridurre violenza e stress, per incrementare l’aiuto alimentare, materiale ed emotivo alle famiglie prossime al parto e nei primi due anni di vita del figlio, eccetera. Mi piacerebbe vedere più investimenti per far uscire le persone dalle prigioni e reinserirle in una vita produttiva, e per mobilitare i pensionati a fare da mentore ai giovani. Collaborerei con gli altri ministri nello sviluppo di programmi finalizzati a garantire un percorso che elimini le barriere al nascere, reinvestendo anche nell’educazione della prima infanzia.




Questo programma dovrebbe avere un impatto sulla salute delle madri e dei bambini, dovrebbe ridurre le morti per disperazione e promuovere la salute generale. Servirebbe apportare migliorie alla giustizia e dare speranza alle persone. E tutte queste azioni dovranno essere prioritarie per superare l’enorme sfida posta dalla covid-19 e riprendersi dal lutto a livello globale per le persone morte a causa del virus e della nostra risposta ad esso.

e come consulente scientifico
del Governo?

Investirei in un’infrastruttura per supportare la conduzione di trial semplici su larga scala all’interno delle strutture dell’assistenza clinica per capire che cosa funziona nel settore sanitario. Un approccio simile potrebbe essere utilizzato per rispondere ad altri quesiti nell’ambito dei servizi sociali. Allo stesso modo, lavorerei con i colleghi nel campo dell’istruzione per migliorare l’alfabetizzazione scientifica dei decision maker, dei giornalisti, degli insegnanti e, infine, dei cittadini. La mia speranza è che migliorando la conoscenza potremo superare l’anti-scienza e riconquistare la fiducia

quale figura storica inviterebbe a cena? E quale politico?

Vorrei cenare con coloro che non hanno fatto uso della violenza per portare un cambiamento nel mondo. Con coloro che hanno scritto con chiarezza del presente e con speranza del futuro. Inviterei tutti loro a cena, ma non sono sicuro che qualcuno accetterebbe il mio invito.

Lettura e scrittura

come trova il tempo di scrivere e dove?

So che da qualche parte c’è, ma continuo a cercarlo e non riesco a trovarlo.

offline o online?

Sono spesso online.

ha mai scritto una poesia?

Alcune persone trovano poetici i brani di “Perché ci ribelliamo”, ma non sono un poeta.

quale libro non di medicina ha sul comodino?

Una raccolta di saggi di Rebecca Solnit.

l’ultimo libro che ha regalato?

“Humankind”.

i suoi scrittori preferiti?

Forse Murakami, Solnit, Hitchens.

Ricordi, passioni e…

ha delle paure nascoste che può confidarci?

La paura di sbagliarmi del tutto su ciò che maggiormente sento essere giusto.

c’è qualcosa a cui non rinuncerebbe?

Il tempo con la mia famiglia.

cosa l’affascina di più?

Le persone.

preferisce stare a tavola o dietro i fornelli?

Sono una persona generosa. Mi piace dare. Ma questo può accadere anche a tavola quando condividiamo delle storie.

veg o carnivoro?

Non mangio nulla che ancora si muova sul piatto o che mi guardi negli occhi.

le emozioni sono processi individuali o collettivi?

Entrambi.

Curiosità

come si rilassa alla fine della giornata lavorativa?

E chi lo fa?

preferisce leggere il quotidiano online o di carta?

I libri preferiscono leggerli su carta, i giornali online.

la televisione è per guardare…

Le serie televisive e bei film.

Twitter, facebook, linkedin o tiktok?

Twitter.

Tempo libero

la musica che ascolta di solito?

Prog rock, rock degli anni Settanta-Novanta, un po’ di Vivaldi.

come preferisce muoversi in città? A piedi, in bicicletta, in autobus o in auto?

Mi piace camminare e andare in bicicletta. La mia città rende difficile fare sia l’uno che l’altro.

mare o montagna?

Oceano, of course!