In questo numero

Spreco. Questa parola chiave della sanità continua a tenerci compagnia anche durante l’emergenza sanitaria. Il problema nasce dalla qualità della ricerca ed è amplificato dall’uso delle evidenze fatto dalla politica. Andiamo per ordine. Uno studio pubblicato sul JAMA Network Open fornisce indicazioni preoccupanti, nonostante i limiti della ricerca sottolineati dagli autori stessi1. Nel complesso, il 30% degli studi controllati randomizzati sulla covid-19 avviati tra il 1o gennaio e il 9 aprile 2020 desunti dal registro ClinicalTrials.gov non ha iniziato il reclutamento di pazienti e solo il 10% ha riportato risultati entro metà ottobre. Il ritardo può essere spiegato per alcuni paesi, dove i casi di malattia sono rapidamente diminuiti dopo la prima ondata. Ma dati così sconfortanti tornano a sottolineare l’importanza di una ricerca collaborativa che sia capace di mettere in comune i risultati di diversi centri: questa è la sola strada che può consentire di rilanciare la ricerca e di mettere a frutto gli investimenti che continuano a essere stanziati.

Proprio in queste settimane è stato pubblicato un necessario aggiornamento delle linee guida PRISMA per il reporting di revisioni sistematiche2 con un dovuto ringraziamento a Doug Altman e ad Alessandro Liberati, che diedero un contributo fondamentale al concepimento e alla stesura della prima versione del documento. Ma di fronte a una ricerca così frammentata, scarsamente rigorosa, spesso inconcludente, il lavoro dei revisori sistematici rischia di essere meno utile di quanto potremmo aspettarci. È confortante, però, che il lavoro di revisione sistematica di autori italiani presentati in questo numero (due articoli alle pagine 347 e 360 e uno online sul sito della rivista, dedicato all’analisi della qualità metodologica degli studi selezionati) metta in evidenza una qualità “discreta” delle ricerche svolte nei primi mesi della pandemia. Se le misure di distanziamento fisico abbiano funzionato almeno nel contenimento della pandemia è una domanda importante: ne parla Stefano Cagliano, Per l’appunto.

Lo spreco, infatti, non lo si evita solo conducendo ricerca in modo metodologicamente corretto ma anche usando i risultati della ricerca rigorosa. «Di fronte a una crisi di salute pubblica di questa portata, è essenziale unire le forze per trarre vantaggio dalle prospettive di altri clinici e ricercatori», ha spiegato Holger Schünemann in una talk promossa dalla Biblioteca Alessandro Liberati (http://bal.lazio.it) curata dal Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio Asl Roma 1. Schünemann è tra i fondatori del gruppo di lavoro del ­GRADE e docente alla McMaster University in Canada. «È attraverso la partnership con centri di ricerca e istituzioni che possiamo contribuire ad alimentare un corpus di prove che possa avere un impatto sulla cura dei pazienti». Ma ciò che è più importante, ha aggiunto, «è rendere disponibili le prove ai decisori nel momento in cui ne hanno più bisogno». Con questo obiettivo, Schünemann – che fa parte del comitato scientifico di Recenti Progressi in Medicina – sta conducendo un progetto di collaborazione insieme a Cochrane Canada, con il WHO Collaborating Centre for Infectious Diseases, Research Methods and Recommendations e un consorzio internazionale di ricercatori di sei continenti per sviluppare una “living map” che presenti le ultime raccomandazioni basate sulle prove per la prevenzione e la cura di covid-19. Covid-19 Map fornisce ai decisori – politici e clinici – un catalogo completo e ragionato di prove valutate criticamente3.

Affidare le prove ai decisori politici è fondamentale ma lo è altrettanto guidare le loro scelte in modo che possano comprendere e governare le tante incertezze alle quali la ricerca non è ancora riuscita a dare risposta.




Bibliografia

1. Janiaud P, Axfors C, Ioannidis JPA, Hemkens LG. Recruitment and results reporting of COVID-19 randomized clinical trials registered in the first 100 days of the pandemic. JAMA Netw Open 2021; 4: e210330.

2. Page MJ, McKenzie JE, Bossuyt PM, et al. The PRISMA 2020 statement: an updated guideline for reporting systematic reviews BMJ 2021; 372: n71.