In questo numero

Marylin Monroe, Katherine Hepburn, Pablo Picasso: non è ben chiaro a chi di loro ricondurre la paternità della frase secondo la quale le regole servono per essere disattese. Sappiamo però che per Marylin ribellarsi era il mezzo per raggiungere l’obiettivo, la Hepburn vedeva nella trasgressione il solo divertimento e secondo il grande pittore spagnolo ignorare le norme era il mestiere dell’artista. La sanità di questi tempi dev’essere piena di creativi: le (poche) regole che il sistema si è dato sono costantemente aggirate o ignorate, al punto che la norma sembra essere quella di ignorarle.

Il percorso del farmaco approvato per la malattia di Alzheimer dall’agenzia governativa statunitense è un esempio: dopo due studi interrotti per futilità, i dati sono stati torturati quel tanto che bastava per tirare fuori delle “prove” capaci di approvare una terapia sulla base di un possibile impatto su un esito surrogato. In questo lavoro di approfondimento è stata messa alla prova la collaborazione tra l’istituzione pubblica e l’industria, lasciando più di un dubbio agli esponenti della commissione di consulenza della FDA che hanno deciso di lasciare chiudere il rapporto con l’agenzia. «Quando il risultato di uno studio non supporta le tue ipotesi, riconsidera le tue ipotesi e non lo studio. Altrimenti puoi finire col far male ai pazienti offrendo un farmaco che peggiora gli esiti della malattia», ha commentato Bishal Gyawali.

Tra le ragioni che l’istituzione sanitaria americana ha portato in difesa della propria decisione c’è l’intenzione di non deprimere la ricerca scientifica su una patologia ancora orfana di cure. Aziende come Amgen e Pfizer hanno chiuso i loro programmi di ricerca nel campo delle neuroscienze negli ultimi anni a causa delle difficoltà nel trovare trattamenti efficaci per le malattie neurologiche, spiega un articolo uscito su Nature il 29 giugno 2021. Ma molti ricercatori temono che l’approvazione di aducanumab rappresenti un precedente normativo che induca false speranze finendo davvero col danneggiare i pazienti. Chi è convinto che il percorso dell’approvazione accelerata sia una buona idea «dovrebbe fare un respiro profondo e una doccia fredda», ha detto alla rivista Fyodor Urnov, direttore scientifico dell’Innovative Genomics Institute presso la sede di Berkeley dell’università della California. In fin dei conti, ad avere ragione è lo scrittore Alessandro Baricco: «Non esistono piani giusti e piani sbagliati e non esistono regole migliori di altre. Esistono piani che vincono, e quelli stabiliscono le regole che gli altri, ingenuamente, adotteranno come regole giuste».

La decisione della FDA ha suscitato tantissime reazioni: alcune di queste le troverete tra i tweet segnalati. A proposito, a un sondaggio su quale fosse la rivista preferita per aggiornarsi, l’oncoematologo Chadi Nabhan – curatore del podcast healthcare unfiltered: da non perdere – ha risposto: «Twitter». È proprio vero: seguendo la discussione che avviene in questo spazio online si potrebbe costruire una vera e propria utilissima rivista di aggiornamento. Come avrete visto, abbiamo già raddoppiato lo spazio di “Un mese nei tweet”: ma chissà in futuro se le pagine dovranno ancora aumentare.