Rigore scientifico e attenzione ai valori.

Ricordo di Alessandro Liberati

Giuseppe Traversa1

1Agenzia Italiana del Farmaco, Roma.

Pervenuto su invito il 20 dicembre 2021. Non sottoposto a revisione critica esterna alla direzione della rivista.

Riassunto. I ricordi dell’autore descrivono alcuni tratti della personalità di Alessandro Liberati – medico e ricercatore italiano – a dieci anni dalla sua morte: una persona competente, gentile e dotata di senso dell’ironia. Il messaggio che possiamo portare con noi è che vale la pena di impegnarsi nelle istituzioni nelle quali lavoriamo via via nel corso della vita e che il miglioramento delle condizioni di salute individuali e della sanità pubblica passano attraverso il lavoro quotidiano capace di unire l’attenzione ai valori e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche disponibili.

Scientific rigor and attention to values. Memory of Alessandro Liberati.

Summary. The author describes the personality of Alessandro Liberati – an Italian doctor and researcher – ten years after his death: a competent, kind person with a good sense of humor. The take-home message is that it is worth engaging in the institutions in which we work throughout our lives and that the improvement of individual health conditions and public health go through daily work capable of combining values and the best scientific evidence available.

I nostri ricordi vengono continuamente rimodellati e per questo la memoria può giocare brutti scherzi. Poi, quello che è avvenuto quando eravamo giovani ci appare semplicemente migliore, più interessante. Se, in aggiunta, i ricordi coinvolgono persone care che non ci sono più, si somma un senso profondo di nostalgia che può compromettere ogni obiettività. Nel ricordare Alessandro Liberati, si deve essere consapevoli dei bias – per rimanere alla medicina basata sulle evidenze (EBM) – che possono influenzare i nostri giudizi.

Ho conosciuto Alessandro Liberati che aveva poco più di 30 anni, ed era indubbiamente una persona – un giovane diremmo ora – particolarmente brillante, una figura di riferimento in ambito di sanità pubblica. Negli anni ’90, quando Alessandro aveva circa 40 anni, insieme ad altri ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) lo proponemmo come possibile direttore (a quel momento non c’era ancora la figura del presidente). Un referente politico in ambito sanitario ci chiese se non fosse troppo giovane. Provammo a dire che JF Kennedy, più o meno alla stessa età, era diventato presidente degli Stati Uniti e quindi non era così strano che si potesse essere candidati per diventare direttore dell’Iss. Sfortunatamente per noi e per l’Iss, la sua candidatura non fece molta strada.

La presenza di intoppi come quello descritto non modificava la capacità di Alessandro di continuare a impegnarsi come nulla fosse in tutte le attività nelle quali era coinvolto, dal movimento della EBM alla ricerca indipendente, dalle linee guida alla formazione e all’informazione rivolta al personale del Servizio sanitario nazionale e ai cittadini. In ciascuna attività era un vero punto di riferimento, per la competenza e per la capacità di orientare e di stimolare gli altri.

Alessandro aveva quelle doti che desidereresti nel tuo collega ideale: gentilezza, competenza, dedizione, buon umore. Riprendendo un apprezzamento che era presente già allora, Alessandro era, insieme, una persona normale e straordinaria. Conosceva le persone, ciò che potevano dare e anche i loro limiti, ed era in grado di lavorare con tutti e tirare fuori il meglio da ciascuno. Insomma, era un trascinatore.

Certo, quando le persone come Alessandro Liberati diventano un modello, con tutti i riconoscimenti ottenuti e con l’apparente facilità di raggiungere i risultati, c’è il rischio di sentirsi inadeguati. Allora, viene in aiuto una intervista a Nick Bollettieri (come ex tennista mi capita spesso di citarlo, anche questo un segno di invecchiamento). Di fronte alla domanda su quale fosse il segreto per scovare i campioni, la risposta era lapidaria: mai partire con l’idea di creare campioni; se riesci a ottenere il meglio dai tuoi giocatori, i risultati arriveranno.

Al netto della competenza di ciascuno, le persone come Alessandro hanno mostrato l’importanza di lavorare e di insistere sugli argomenti in cui si crede, indipendentemente dalla probabilità di vedere risultati a breve. Ci ha insegnato che vale la pena di impegnarsi nelle istituzioni nelle quali via via ci troviamo, e che il miglioramento delle condizioni di salute individuali e della sanità pubblica passano attraverso un lavoro quotidiano capace di unire i valori e le migliori evidenze scientifiche disponibili.