In questo numero

Poche questioni come le conseguenze della pandemia sulla vita e sulla salute dei bambini e degli adolescenti continuano a far discutere. C’è un accordo quasi unanime sulla forza dell’impatto psicologico causato dall’isolamento dagli amici, dalle frequenti interruzioni delle lezioni in presenza a scuola, luogo fondamentale per la protezione e per lo sviluppo del bambino e dell’adolescente e per la promozione di una buona salute mentale, come spiega la rassegna di Puglisi, D’Agostini e Ruggeri a pagina 167. Salute psicologica messa alla prova anche – soprattutto in alcune zone – dalla perdita di familiari, nonni ma anche genitori. «Globally, we estimated that nearly 500 000 children aged younger than 5 years, more than 735 000 children aged 5-9 years, and more than 2.1 million children aged 10-17 years were estimated to be orphaned during the pandemic until Oct 31, 2021. Nearly 800 000 children have experienced the death of their mothers, and almost 2.6 million children are estimated to have experienced the death of their fathers»1.

Non manca, però, la voce di chi sostiene che la capacità di reazione dei bambini sia tale in molti casi da riuscire a proteggerli più di quanto avvenga nei “grandi”. In generale, la discussione è molto spesso condizionata da pregiudizi o da personali visioni del mondo che potremmo sbrigativamente definire più o meno pessimiste, più o meno prudenti o preoccupate. Le voci che giungono ormai da ogni parte e che, sovrapponendosi e continuando a contraddirsi, contribuiscono a determinare anche il nostro punto di vista. «Pandemia, presidenziali Usa (e tentativo di pseudo-golpe), ritorno dei talebani in Afghanistan, guerra in Ucraina. Questi due anni straordinariamente densi saranno studiati anche per il ruolo – sempre centrale – di informazione (mediata e non), comunicazione e propaganda» ha commentato su Twitter Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.

Due anni terribili che proseguono con l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe, al punto che lo stato d’emergenza in Italia non è stato interrotto ma ha solo cambiato motivazione. Guerra, trincea, nemico, esplosione sono parole che continuano ad essere utilizzate ma sono oggi più giustificate, purtroppo. E averle usate a sproposito per mesi ci mette di fronte all’inadeguatezza di un sistema della comunicazione pieno di difetti. Infodemia è un termine che ha avuto i suoi quindici minuti di celebrità, passati in fretta a dire il vero, essendo stata essa stessa travolta da un diluvio di altre parole. Eccesso di quantità e cattiva qualità dell’informazione vanno di pari passo e i problemi sperimentati durante la pandemia si ripetono in queste settimane di conflitto in Europa: difficoltà di distinguere le notizie affidabili da quelle false, le informazioni credibili da quelle tendenziose, i fatti dalle opinioni.

Quella della cosiddetta “sindrome del long-covid” nel bambino è un’altra delle questioni intorno alle quali non solo la comunità scientifica ma anche l’opinione pubblica finisce col polarizzarsi. Spesso, le convinzioni personali si determinano a partire non da una valutazione attenta, scrupolosa e esauriente dei dati della ricerca più rigorosa (vedi il lavoro di Giorgio Cozzi et al. a pagina 172) ma dalla lettura o dall’ascolto di resoconti personali, di una o più delle tantissime storie rilanciate dai media anche più autorevoli, dalle fonti “migliori”. Il confine tra una comunicazione onesta e aperta al dialogo e un’informazione poco trasparente e tendenziosa è spesso difficile da riconoscere (vedi Rasoini, Formoso e Alderighi a pagina 151). Rinunciando ad allenare il proprio spirito critico, però, ci si allontana dalla possibilità di avvicinarsi di sicuro non alla “verità” ma ad una comprensione più attendibile di come davvero stanno le cose. Se c’è una cosa che rende simile l’informazione sulla pandemia a quella della guerra è che – pur essendo talvolta un fondamentale arricchimento – nella comunicazione le storie sono un elemento da usare con cautela e che, per farsi un’idea, è quasi sempre preferibile costruire la conoscenza cercando, selezionando, valutando e sintetizzando le prove che scaturiscono dagli studi ben disegnati e condotti.




Bibliografia

1. Unwin JT, Hillis S, Cluver L, et al. Global, regional, and national minimum estimates of children affected by COVID-19-associated orphanhood and caregiver death, by age and family circumstance up to Oct 31, 2021: an updated modelling study. Lancet Child Adol Health 2022; S2352-4642(22)00005-0.