Biblioteche mediche online: che impatto hanno sull’assistenza?

Rebecca De Fiore1

1Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.

Pervenuto il 10 marzo 2023. Accettato il 16 marzo 2023.

Riassunto. La presenza di bibliotecari o di documentalisti esperti di letteratura scientifica nell’équipe sanitaria ha effetti positivi sull’assistenza ai pazienti e può rendere più appropriato ed efficace anche il processo decisionale clinico. Le esperienze virtuose non mancano anche in Italia. Tra queste la Biblioteca virtuale per la salute - Piemonte e la Biblioteca Alessandro Liberati del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario del Lazio. Queste esperienze confermano l’importanza del ruolo delle biblioteche mediche online nel migliorare la qualità delle cure. Offrono un servizio molto gradito al personale sanitario, consapevole dell’impatto positivo di un supporto competente per la selezione e la valutazione della letteratura, utile alle scelte cliniche al letto del paziente.

Online medical libraries: how do they impact on care?

Summary. The presence of librarians or documentalists with expertise in scientific literature in the healthcare team has positive effects on patient care and can also make clinical decision-making more appropriate and efficient. Virtuous experiences are not lacking also in Italy. These include the Virtual Library for Health - Piedmont and the Alessandro Liberati Library of the Department of Epidemiology of the Lazio Health Service. These experiences confirm the importance of the role of online medical libraries in improving the quality of care. They offer a very welcome service to healthcare personnel, who are aware of the positive impact of competent support for the selection and evaluation of literature, useful for clinical choices at the patient’s bedside.

La presenza di bibliotecari o di documentalisti esperti di letteratura scientifica nell’équipe sanitaria ha effetti positivi sull’assistenza ai pazienti e può rendere più appropriato ed efficace anche il processo decisionale clinico. Non è una novità, se è vero che questi erano già i risultati esposti nello studio di Aitken et al.1 pubblicato nel 2011. L’88% delle persone intervistate in quell’indagine riferiva di aver modificato un piano di terapia proprio per le indicazioni ricevute dal documentalista. Per le stesse ragioni, in quello studio controllato randomizzato condotto coinvolgendo gli specializzandi in Medicina in un’unità di medicina generale del Regno Unito, il 44% degli intervistati aveva riferito di aver cambiato una diagnosi.

Del resto, si tratta di dati che emergevano anche in altri contesti, come dimostrava la revisione sistematica di Brettle et al.2 che aveva esaminato i servizi, la qualità e l’impatto sull’assistenza al paziente di quelli che nei Paesi anglosassoni sono definiti i “bibliotecari clinici”. Era dimostrato l’effetto positivo sul processo decisionale clinico e il contributo a decisioni più informate, alla diagnosi e alla scelta di farmaci o terapie. Il 68% dei 18 studi inclusi nella revisione mostrava che la collaborazione dei documentalisti era preziosa per il miglioramento delle cure. L’ampiezza di sguardo tipico di una revisione sistematica permetteva anche di cogliere altri aspetti importanti: il lavoro di bibliotecari e documentalisti permetteva anche di risparmiare denaro riducendo i ricoveri ripetuti, il numero di accertamenti diagnostici e la durata della degenza.

Nel 2015, una survey multicentrica condotta in Inghilterra da Ayre et al.3 aggiungeva un tassello importante: lavorare a contatto delle competenze dei bibliotecari medici apportava un contributo significativo all’educazione continua professionale dei medici e degli infermieri: il 75% dei medici aveva utilizzato le competenze informative ottenute durante la formazione nella cura dei pazienti; il 28% per supportare una decisione terapeutica; il 27% se ne era servito per consigliare i pazienti; il 36% riferiva di aver migliorato la capacità di ricerca nella letteratura.

Il risparmio di tempo e la prevenzione degli eventi avversi erano invece gli outcome dello studio di Marshall et al.4 effettuato su 4520 operatori sanitari negli Stati Uniti e in Canada. Esiti che sostanzialmente ribadivano i risultati di un trial randomizzato controllato condotto l’anno precedente dagli stessi autori5. Oltre l’80% dei partecipanti aveva indicato che le informazioni ricevute dai documentalisti erano pertinenti e avevano avuto un impatto positivo sia sul loro processo decisionale sia sulle cure fornite. I bibliotecari avevano dato risposte alle domande più rapidamente rispetto agli operatori sanitari (13,68 minuti/domanda rispetto a 20,29). Il costo medio per ricerca è di gran lunga inferiore qualora svolta da bibliotecari (7,15 dollari per i bibliotecari rispetto agli oltre 20,75 dollari per i medici).

Il fattore tempo emergeva anche dallo studio di Perrier et al.6 e costituisce un elemento di particolare importanza per i decisori che si trovano a dover pianificare la strutturazione di un servizio bibliotecario medico di supporto all’assistenza o il suo potenziamento. Vuoi per il tempo risparmiato dai professionisti, vuoi per la riduzione dei tempi di degenza7.

Le esperienze virtuose non mancano anche in Italia. Tra queste, la Biblioteca virtuale per la salute – Piemonte (Bvs-P) opera dal 2009 su iniziativa regionale al fine di costituire un unico punto accesso alle risorse bibliografiche per i professionisti del Servizio sanitario regionale e di Arpa. La Bvs-P ha anche compiti di negoziazione centralizzata delle risorse e coordinamento delle biblioteche biomediche: elemento che permette un considerevole risparmio di risorse pubbliche nella determinazione dei contratti con gli editori delle riviste, delle banche dati e dei cosiddetti point-of-care tool. Inoltre, la Bvs-P contribuisce in modo sostanziale alla formazione e al supporto alla ricerca scientifica e alla promozione della pratica basata sulle evidenze (evidence-based practice) nella attività clinica e assistenziale. Ogni anno sono organizzati presso l’Azienda sanitaria locale di Biella corsi accreditati dal programma di educazione continua in medicina, tra cui diversi eventi formativi sulla ricerca clinica e sulla ricerca bibliografica esperta, fondamentale per la realizzazione di percorsi diagnostici terapeutico-assistenziali (Pdta), revisioni sistematiche, report Hta. Su questi temi la Bvs-P ha tenuto 25 giornate formative presso le aziende sanitarie e ospedaliere piemontesi.

Il patrimonio della Bvs-P è accessibile a tutti i professionisti del sistema regionale tramite qualsiasi computer con collegamento a internet, previa autenticazione. Nel 2022 la Bvs-P ha accresciuto il numero di risorse messe a disposizione degli operatori e delle operatrici sanitarie: attualmente conta 3230 periodici e 10 banche dati. Gli iscritti sono attualmente 15.810 (896 in più rispetto al 2021) e gli accessi annuali al sistema tramite autenticazione sono stati 193.880. L’incremento degli utenti, degli accessi e dell’utilizzo delle risorse si è mantenuto costante negli anni e ha assunto valori significativi, confermando il forte radicamento del sistema Bvs-P fra gli operatori piemontesi.

Abbastanza diverso, ma in certa misura complementare, è invece l’approccio della Biblioteca Alessandro Liberati curata dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio. Nella Regione il sistema bibliotecario medico-scientifico non è centralizzato e ogni ente gestisce in autonomia la cura del proprio posseduto ma anche le nuove acquisizioni. L’obiettivo del progetto del Dep Lazio è quello di motivare il personale sanitario a seguire le fonti di informazione professionale, soprattutto indirizzando la consultazione sulle ormai numerosissime fonti ad accesso aperto, vuoi per l’adozione di un modello open access green (tutti i contenuti aperti) vuoi come conseguenza di un modello ibrido (alcuni contenuti riservati agli abbonati altri aperti alla consultazione di tutti gli utenti grazie ai contributi delle istituzioni di appartenenza degli autori). La Biblioteca Liberati pubblica una newsletter con cadenza mensile e con regolarità organizza dei meeting in presenza per discutere libri scientifici di recente pubblicazione o delle questioni di attualità politico-sanitaria.

A queste esperienze si aggiungono quelle del Sistema bibliotecario biomedico lombardo (il consorzio di biblioteche più “antico” del nostro Paese) e di altre Regioni, la maggior parte delle quali però non ha ancora compiuto il passaggio verso un governo coordinato del patrimonio documentale. Esperienze che sono una conferma non solo dell’importanza del ruolo delle biblioteche mediche online per il miglioramento della qualità dell’assistenza, ma anche del gradimento del servizio da parte del personale sanitario, che è in prima persona consapevole dell’impatto positivo di un supporto competente per la selezione e la valutazione della letteratura utile alle scelte cliniche al letto del paziente.

Bibliografia

1. Aitken EM, Powelson SE, Reaume RD, Ghali WA. Involving clinical librarians at the point of care: results of a controlled intervention. Acad Med 2011; 86: 1508-12.

2. Brettle A, Maden-Jenkins M, Anderson L, et al. Evaluating clinical librarian services: a systematic review. Health Info Libr J 2011; 28: 3-22.

3. Ayre S, Barbrook J, Engel C, et al. Measuring the impact of information skills training: a survey of health libraries in England. Health Info Libr J 2015; 32: 50-60.

4. Marshall JG, Morgan JC, Thompson CA, Wells AL. Library and information services: impact on patient care quality. Int J Health Care Qual Assur 2014; 27: 672-83.

5. Marshall JG, Sollenberger J, Easterby-Gannett S, et al. The value of library and information services in patient care: results of a multisite study. J Med Libr Assoc 2013; 101: 38-46.

6. Perrier L, Farrell A, Ayala AP, et al. Effects of librarian-provided services in healthcare settings: a systematic review. J Am Med Inform Assoc 2014; 21: 1118-24.

7. Sievert ME, Burhans D, Ward D, et al. Value of health sciences library resources and services to health care providers in medium and large communities across two mid-continental States. J Hosp Librariansh 2011; 11: 140-57.