Lo screening tramite test immunochimico fecale presenta un’efficacia confrontabile a quello con colonscopia

Screening by faecal immunochemical testing has comparable effectiveness to screening by colonoscopy.

Daniele Ferrari1, Mark H. Ebell2

1Scuola di formazione specifica in Medicina generale di Trento; 2Department of Epidemiology and biostatistics, the University of Georgia, Athens, Georgia, Usa.

La rubrica POEMs è a cura di Peter K. Kurotschka (Department of General Practice, University Hospital Würzburg, Germany).

Domanda clinica. Quale strategia è più efficace, tra la colonscopia e il test immunochimico fecale (Fit), nello screening del carcinoma del colon-retto (Crc)?

Punto chiave. COLONPREV è il primo tra i grandi studi che compara la colonscopia con il Fit e i suoi risultati sollevano tante domande quante risposte. A livello di popolazione, con i livelli di adesione di questo studio in Spagna, i test hanno fornito risultati simili. Il confronto con i non partecipanti è difficile a causa del bias del volontario sano, ma sembra probabile che entrambi i test riducano la mortalità e l’incidenza, con la colonscopia che forse lo fa un po’ meglio del Fit.

Assegnazione ai gruppi (allocazione): incerta.

Finanziamento: pubblico.

Disegno dello studio: studio clinico randomizzato e controllato (non in cieco).

Livello di evidenza: 1b-.

Setting: popolazione generale.

Sinossi. La colonscopia e il Fit rappresentano due delle possibili metodiche di screening per il Crc. Entrambe dimostrano differenti performance statistiche e di efficacia, ma tutte e due hanno finora evidenziato una riduzione della mortalità per Crc1.

Questo è il primo rapporto di uno dei 3 studi randomizzati in corso in tutto il mondo che confrontano il Fit con la colonscopia per lo screening del Crc2. I ricercatori spagnoli hanno identificato 57.404 adulti di età compresa tra 50 e 69 anni senza sintomi intestinali, fattori di rischio per Crc o storia di adenomi o Crc. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere un invito a una singola colonscopia di screening o a un Fit ogni due anni per 10 anni. Lo studio è iniziato nel 2009 e il follow-up di 10 anni si è concluso nel 2021. All’inizio dello studio, l’età media di ciascun gruppo era di 59 anni e il 53% era di sesso femminile. In ciascun gruppo, sono state escluse tra le 2000 e le 2500 persone in quanto decedute, non rintracciabili o che presentavano un criterio di esclusione. Dei rimanenti soggetti inclusi, 26.332 pazienti sono stati assegnati alla colonscopia, di cui solo 5293 (20%) sono stati effettivamente sottoposti a colonscopia e altri 3074 (12%) sono passati al Fit. Dei 26.719 pazienti assegnati al Fit, 10.525 sono stati effettivamente sottoposti al Fit (39%) e 126 hanno ricevuto una colonscopia.

L’analisi primaria ha assunto una prospettiva di salute pubblica, a livello di popolazione generale, e ha confrontato i due gruppi così come sono stati randomizzati (analisi intention-to-screen*) con 26.332 persone nel gruppo colonscopia e 26.719 nel gruppo Fit. In questa analisi, il rischio a 10 anni di mortalità per Crc (0,22% per la colonscopia vs 0,24% per il Fit), l’incidenza di Crc (1,13% vs 1,22%) e la mortalità per tutte le cause (7,64% vs 7,68%) a livello di popolazione non erano significativamente diversi. Tuttavia, l’adesione allo screening è stata molto più alta per il FIT che per la colonscopia (39% vs 20%).

I risultati delle analisi per protocollo (as-screened) sono riportati in tabella 1.




La riduzione della mortalità per Crc tra i partecipanti sottoposti a screening e quelli non sottoposti a screening (0,03%-0,09% vs 0,32%) e una differenza ancora maggiore nella mortalità per tutte le cause tra i partecipanti sottoposti a screening e quelli non sottoposti a screening suggeriscono una forte bias del volontario sano§. L’unico confronto parzialmente valido è quello tra colonscopia e Fit, con la colonscopia che presenta tassi di mortalità e incidenza leggermente inferiori (sebbene gli intervalli di confidenza si sovrappongano). In un’analisi aggiustata per età, sesso e centro di ricerca, sia la colonscopia che il Fit hanno ridotto significativamente la mortalità per Crc rispetto alla non partecipazione allo studio. Nell’analisi as-screened, l’82,9% dei pazienti del gruppo colonscopia aveva un tumore di stadio I o II rispetto al 67,6% del gruppo Fit; la differenza di stadio, tuttavia, non era statisticamente significativa a causa dell’esiguo numero complessivo di tumori (n=237).

Contesto italiano. In Italia, nel 2024 il Crc ha avuto un’incidenza stimata di 48.706 nuove diagnosi e una mortalità che nel 2022 è arrivata a 24.200 decessi3. La metodologia di screening scelta in Italia, in accordo con le direttive europee, è il Fit quantitativo4. Secondo gli ultimi dati Aiom (Associazione italiana oncologia medica) e Ons (Osservatorio nazionale screening) relativi al 2023, il 94% degli Italiani compresi tra i 50 e i 69 anni ha ricevuto l’invito all’esecuzione dello screening mediante Fit. La percentuale di adesione allo screening, per il Paese nel suo insieme, varia dal 323 al 34,9%5, delineando una marcata differenza tra Nord (45%-46,1%) e Sud con Isole (15%-19,7%), probabilmente in parte derivato anche dal minore tasso di invito al Sud (80% contro il 100% del Nord)3,5. Attualmente il Fit viene offerto gratuitamente alle persone tra i 50 e i 69 anni, ma le raccomandazioni del Consiglio d’Europa del 2022 danno chiara indicazione all’estensione dello screening ai cittadini fino ai 74 anni. Purtroppo, finora solo poche Regioni hanno concretizzato questa raccomandazione, nonostante si sia dimostrato che l’adesione al Fit aumenta significativamente con l’aumentare dell’età5.

Note

*Il principio dell’intention-to-screen, similmente all’intention-to-treat, prevede che i partecipanti a uno studio clinico vengano analizzati nel gruppo a cui sono stati inizialmente randomizzati, indipendentemente dal fatto che abbiano seguito effettivamente lo screening assegnato. Al contrario, l’analisi per protocollo (as-screened) considera solo i partecipanti che hanno aderito completamente al protocollo dello studio.

§Rappresenta uno dei fattori confondenti (bias) e in quanto tale può minare la generalizzabilità dei risultati di uno studio, poiché il campione scelto tra la popolazione generale possiede caratteristiche che differiscono da quelle medie della popolazione stessa. Nel caso del bias del volontario sano, viene scelto un campione composto da persone mediamente più sane o più motivate a condurre uno stile di vita sano. Questo può portare a risultati che sovrastimano i benefici dell’intervento, rendendoli meno applicabili alla popolazione a cui lo studio si riferisce.

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Bibliografia

1. Lin JS, Perdue LA, Henrikson NB, Bean SI, Blasi PR. Screening for colorectal cancer: updated evidence report and systematic review for the US Preventive Services Task Force. JAMA 2021; 325: 1978-98.

2. Castells A, Quintero E, Bujanda L, et al.; COLONPREV study investigators. Effect of invitation to colonoscopy versus faecal immunochemical test screening on colorectal cancer mortality (COLONPREV): a pragmatic, randomised, controlled, non-inferiority trial. Lancet 2025; 405: 1231-9.

3. I numeri del cancro in Italia 2024. Rapporto Nazionale AIOM. Milano: Intermedia editore, 2024. Disponibile su: https://lc.cx/A8cqds [ultimo accesso 23 giugno 2025].

4. Raccomandazione del Consiglio del 9 dicembre 2022 relativa al rafforzamento della prevenzione attraverso l’individuazione precoce: un nuovo approccio dell’UE allo screening dei tumori, che sostituisce la raccomandazione 2003/878/CE del Consiglio 2022/C 473/01. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

5. Osservatorio Nazionale Screening. Rapporto sul 2023. Disponibile su: https://lc.cx/2I4zBX [ultimo accesso 23 giugno 2025].