Essere sottoposti a una radiografia che mostra segni di artrosi aumenta la convinzione dei pazienti di avere bisogno di un intervento chirurgico al ginocchio

Undergoing an X-ray that shows signs of osteoarthritis increases patients’ belief that they need knee surgery.

Viviana Forte1, Allen F. Shaughnessy2

1Dipartimento di Scienze mediche e sanità pubblica, Università di Cagliari; 2Department of Family medicine, Tufts University School of Medicine, Boston, Massachusetts, Usa.

La rubrica POEMs è a cura di Peter K. Kurotschka (Department of General Practice, University Hospital Würzburg, Germany).

Domanda clinica. L’esecuzione di una radiografia al ginocchio aumenta la convinzione dei pazienti con gonalgia cronica di dover ricorrere a un intervento chirurgico?

Punto chiave. È ammirevole che qualcuno abbia deciso di affrontare questa domanda ponendo al centro il punto di vista dei pazienti ed esplorando come l’utilizzo della tecnologia possa influire sulla costruzione delle convinzioni dei pazienti stessi. Ai partecipanti di questo studio1 è stato presentato uno scenario clinico ipotetico in cui si soffriva di gonalgia cronica e si consultava il Mmg. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: al primo gruppo il Mmg forniva solo una spiegazione clinica che attribuiva il dolore all’artrosi; al secondo gruppo il Mmg prescriveva una radiografia e spiegava i segni di artrosi evidenziati dall’esame eseguito; al terzo gruppo il Mmg prescriveva la radiografia e spiegava i segni di artrosi mostrando direttamente l’immagine radiografica eseguita. I gruppi con segni di artrosi sulla radiografia si sono mostrati più propensi a credere di avere bisogno di un intervento chirurgico rispetto a chi aveva ricevuto solo spiegazioni cliniche.

Assegnazione ai gruppi (allocazione): nascosta.

Finanziamento: fondazione privata.

Disegno dello studio: descrittivo.

Livello di evidenza: 4.

Setting: vario.

Sinossi. L’osteoartrosi del ginocchio è una delle principali cause di dolore e disabilità a livello globale, con una prevalenza stimata di oltre il 4%2. Sebbene l’esercizio fisico e la gestione autonoma dei sintomi siano raccomandati come trattamenti di prima linea3,4, molti pazienti manifestano scarsa adesione alle terapie non chirurgiche5,6. Al contrario, si osserva un uso eccessivo della chirurgia di sostituzione articolare, spesso giustificato da convinzioni errate sul significato delle immagini radiografiche7. La relazione tra medico di medicina generale e paziente gioca un ruolo cruciale nella costruzione delle aspettative terapeutiche8-10. La prescrizione e la visualizzazione delle radiografie, seppur non sempre indicate, tendono a rafforzare nel paziente la percezione di un danno strutturale irreversibile, aumentando la convinzione di dover ricorrere all’intervento chirurgico11. Questo può ridurre la motivazione a seguire approcci conservativi come l’esercizio fisico6,11. Comprendere come l’uso delle radiografie e la comunicazione del Mmg influenzino le convinzioni e le aspettative del paziente è fondamentale per migliorare la gestione dell’osteoartrosi e promuovere decisioni terapeutiche più appropriate e condivise7.

Gli autori di questo studio hanno reclutato 617 persone da tutta l’Australia tramite una società che gestisce sondaggi online. I partecipanti avevano un’età media di 60 anni, e comprendevano persone con dolore al ginocchio e senza (sono poi stati equamente suddivisi tra i gruppi in studio), nessuno di loro aveva mai ricevuto un trattamento per dolore cronico al ginocchio1. Utilizzando un soft­ware per sondaggi online, ai partecipanti è stato presentato uno scenario clinico ipotetico in cui avevano dolore al ginocchio da 6 mesi e avevano preso un appuntamento con il Mmg. I partecipanti sono quindi stati randomizzati (con allocazione nascosta, modalità non nota) a guardare uno dei tre video di 2 minuti, in cui il Mmg spiegava che il loro dolore (ipotetico) al ginocchio era dovuto a un’osteoartrosi (OA), aggiungendo poi una di queste tre condizioni: 1) che non era necessaria una radiografia; 2) che una radiografia al ginocchio aveva confermato la presenza di artrosi con segni radiografici; oppure 3) mostrando direttamente la radiografia che confermava la presenza di artrosi con segni radiografici. Una spiegazione basata sulla radiografia, mostrando o no l’immagine, aumentava la convinzione dei partecipanti di avere bisogno di un intervento chirurgico (punteggi di 4,5 e 3,9 su una scala da 0 a 10, rispettivamente) rispetto alla sola spiegazione clinica (3,3 sulla stessa scala). Mostrare la radiografia non influenzava invece le convinzioni dei partecipanti sull’utilità dell’esercizio fisico o dell’attività motoria.

Contesto italiano. Secondo i dati Istat, in Italia circa il 47% delle persone di età superiore ai 65 anni riferisce di essere affetto da artrosi12. Si tratta di una condizione ad alta prevalenza, con un impatto rilevante sulla disabilità, sulla perdita di autosufficienza e, di conseguenza, sull’autonomia delle persone anziane. Le implicazioni si estendono anche al piano sanitario ed economico, contribuendo a fenomeni di inappropriatezza prescrittiva e a un aumento dei costi diretti e indiretti associati alla gestione della malattia13,14. L’iniziativa Choosing Wisely Italy ha collaborato con la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica per identificare pratiche a rischio di inappropriatezza, promuovendo un dialogo consapevole tra medico e paziente15. In caso di gonalgia cronica, si raccomanda infatti di basare la diagnosi principalmente su anamnesi ed esame obiettivo, eventualmente supportati da una radiografia tradizionale. Il ricorso precoce a esami strumentali di secondo livello, come la risonanza magnetica, non modifica l’approccio terapeutico, ma può generare confusione diagnostica, portare all’individuazione di reperti incidentali, innescare una cascata di accertamenti inutili o condurre addirittura a interventi chirurgici non necessari, con costi ingiustificati per il Servizio sanitario nazionale. Tutto ciò può alimentare fenomeni di sovradiagnosi e contribuire alla diffusione di cure a basso valore (low value care)16, processi di medicalizzazione e sovratrattamento17. In questo contesto, saper condurre con competenza la consultazione medico-paziente nel setting della medicina generale diventa cruciale per orientare correttamente le aspettative, rafforzare l’adesione ai trattamenti conservativi e prevenire percorsi diagnostico-terapeutici inappropriati18. Una comunicazione chiara, basata sull’evidenza e centrata sulla persona, rappresenta a tutti gli effetti uno strumento clinico, capace di influenzare positivamente le scelte di cura e contenere l’uso non necessario di tecnologie e risorse19.

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Bibliografia

1. Lawford BJ, Bennell KL, Ewald D, et al. Effects of X-ray-based diagnosis and explanation of knee osteoarthritis on patient beliefs about osteoarthritis management: a randomised clinical trial. PLoS Med 2025; 22: e1004537. 

2. GBD 2021 Osteoarthritis Collaborators. Global, regional, and national burden of osteoarthritis, 1990-2020 and projections to 2050: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2021. Lancet Rheumatol 2023; 5: e508-e522.

3. Kolasinski SL, Neogi T, Hochberg MC, et al. 2019 American College of Rheumatology/Arthritis Foundation Guideline for the Management of Osteoarthritis of the Hand, Hip, and Knee. Arthritis Rheumatol 2020; 72: 149-62.

4. The Royal Australian College of General Practitioners. Guideline for the management of knee and hip osteoarthritis East Melbourne, VIC: RACGP; 2018. Disponibile su: https://lc.cx/MOYgjq [ultimo accesso 23 giugno 2025].

5. Darlow B, Brown M, Thompson B, et al. Living with osteoarthritis is a balancing act: an exploration of patients’ beliefs about knee pain. BMC Rheumatol 2018; 2: 1-9.

6. Mathieu S, Courties A, Mathy C, et al.; GO-PAIN network. Features and management of osteoarthritis from the perspective of individuals with osteoarthritis: a systematic review of qualitative studies. Osteoarthr Cartil Open 2025; 7: 100590.

7. Jinks C, Botto-van Bemden A, Bunzli S, et al. Changing the narrative on osteoarthritis: a call for global action. Osteoarthr Cartil 2024; 32: 414-20.

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10. Main CJ, Buchbinder R, Porcheret M, Foster N. Addressing patient beliefs and expectations in the consultation. Best Pract Res Clin Rheumatol 2010; 24: 219-25.

11. Parsons S, Harding G, Breen A, et al. The influence of patients’ and primary care practitioners’ beliefs and expectations about chronic musculoskeletal pain on the process of care: a systematic review of qualitative studies. Clin J Pain 2007; 23: 91-8.

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13. Basile M, Rumi F, Palmeri M, et al. Il burden economico dell’inappropriatezza prescrittiva nella gestione dell’osteoartrite in Italia. Glob Reg Health Technol Assess 2020; 7: 101-8.

14. Il Report OASI 2024 - The Observatory on Healthcare Organizations and Policies in Italy. Disponibile su: https://lc.cx/Fek49x [ultimo accesso 23 giugno 2025].

15. Choosing Wisely Italy. Cinque raccomandazioni della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica. Disponibile su: https://lc.cx/TuTpMk [ultimo accesso 23 giugno 2025].

16. Oakes AH, Radomski TR. Reducing low-value care and improving health care value. JAMA 2021; 325: 1715-6.

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18. Parisi G, Pasolli L, Zamin C, Negri A, Kurotschka PK. Le competenze distintive metodologiche e relazionali del medico di medicina generale nelle cure primarie. Recenti Prog Med 2023; 114: 654-64.