“Parliamo di pancia”

a cura di Domenico Ribatti




Antonio Moschetta, ordinario di Medicina interna all’Università di Bari, è un affermato ricercatore in ambito gastroenterologico, ed è stato allievo del premio Nobel per la Medicina Al Gilman allo Howard Hughes Medical Institute di Dallas. Da anni si cimenta anche con saggi di carattere divulgativo, ma mai banali, pubblicati da Mondadori, come quest’ultimo “Parliamo di pancia”, una sorta di guida per capire i meccanismi fisiologici che regolano il sistema gastrointestinale e gli stili di vita da adottare per prendersene cura in modo corretto.

Il cuore del corretto funzionamento dell’apparato digerente è il microbioma intestinale, costituito da tutte le popolazioni batteriche e non, 100 milioni di miliardi di microbi, 20.000 batteri di ogni genere, soprattutto anaerobi, circa 500 specie batteriche differenti. Il microbioma metabolizza i composti chimici presenti negli alimenti, produce sostanze benefiche, come gli acidi grassi a catena corta, l’acido butirrico, l’acido propionico, che servono a ridurre l’infiammazionecontrollano l’appetito, regolano l’attività funzionale del sistema immunitario e quello nervosoriducono la formazione di tumori. Dalla salute del microbioma dipende quella del nostro organismo e, come evidenziano gli studi, maggiore è la diversità microbica al suo interno, più l’ecosistema intestinale è stabile e in equilibrio.

Secondo i dati sulle malattie prevalenti nel mondo occidentale, il consumo di cibi processati ha dimostrato di aumentare il rischio cardiometabolico e altre patologie. Diversamente, gli alimenti vegetali (frutta, verdura, frutta a guscio, legumi, alghe, funghi) contengono polifenoli e fibre alimentari che contribuiscono a rendere più sani i microrganismi del nostro microbioma. I polifenoli aiutano a ridurre i trigliceridi, il colesterolo, l’infiammazione, mentre le fibre sono la principale fonte energetica dei batteri del microbioma. Gli alimenti fermentati, come lo yogurt, il pane con lievito madre sono alimenti che, grazie all’azione di batteri, sono veri e propri probiotici, ovvero sostanze benefiche per la salute dell’intestino.

I disturbi gastrointestinali, in particolar modo quelli legati alla cattiva digestione, sono sempre più diffusi coinvolgendo tutte le fasce della popolazione, e, più in particolare il gonfiore addominale e il meteorismo, la pesantezza di stomaco e l’acidità. Lo stress altera il normale funzionamento dell’apparato gastrointestinale, favorendo infiammazioni e disturbi funzionali come colon irritabile e reflusso; anche l’abitudine di consumare pasti in modo frettoloso compromette la digestione, aumentando il rischio di gonfiore e pesantezza.

Diete squilibrate o l’uso prolungato di antibiotici possono alterare il microbiota intestinale, innescando un processo pro-infiammatorio. L’assunzione di probiotici viene consigliata soprattutto quando l’equilibrio dell’ecosistema intestinale è compromesso, come può accadere in seguito all’assunzione di antibiotici, in periodi di stress, dopo un’infezione gastrointestinale oppure in seguito a variazioni della dieta. Dalla complessa patogenesi della malattia da reflusso esofageo, alle diverticolosi, patologia caratteristica dei Paesi industrializzati che interessa principalmente la popolazione anziana, fino alla gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali e della celiachia: le patologie dell’apparato digerente sono disturbi che implicano un’attenta valutazione dell’ampio spettro dei sintomi e un corretto approccio terapeutico.

Tutto questo ci aiuta a comprendere e a inquadrare correttamente in una prospettiva scientifica il saggio del professor Moschetta.