Ruolo dell’aldosterone nella patogenesi dell’ipertensione arteriosa

L’aldosterone ha un ruolo importante nel controllo e nel mantenimento della pressione arteriosa (PA), regolando il volume extracellulare, il tono vascolare e la gettata cardiaca. Gli studi recenti hanno confermato che l’aumento della concentrazione di aldosterone può essere causa di ipertensione e si ritiene che dal 10 al 23% dei pazienti con ipertensione resistente e dal 2 al 13% di ipertesi non selezionati abbiano una condizione di iperaldosteronismo primitivo (Douma S, Petidis K, Doumas M, et al. Prevalence of primary hyperaldosteronism in resistant hypertension: a retrospective observational study. Lancet 2008; 371: 1921). Un’altra indicazione del ruolo del sistema renina-angiotensina-aldosterone nella regolazione della PA è data dall’osservazione che due terzi dei soggetti con ipertensione refrattaria presentano basse concentrazioni di renina e possono essere trattati con antagonisti dell’aldosterone (Eide IK, Torjesen PA, Drolsum A, et al. Low-renin status in therapy-resistant hypertension: a clue to efficient treatment. J Hypertens 2004; 22: 2217). Tuttavia molti pazienti che presentano un aumento del rapporto aldosterone-renina (RAR) non hanno necessariamente un iperaldosteronismo primitivo, ma possono giovarsi di un blocco farmacologico del recettore mineralcorticoide.



Inoltre è importante rilevare che nei soggetti normotesi la concentrazione plasmatica di aldosterone ha valore predittivo di comparsa di ipertensione prolungata (Vasan RS, Evans JC, Larson MG, et al. Serum aldosterone and the incidence of hypertension in nonhypertensive persons. N Engl J Med 2004; 351: 33).
Recentemente è stato condotto uno studio per valutare l’impatto di un relativo eccesso di aldosterone, espresso da un aumentato RAR, sulla misura della pressione arteriosa periferica e centrale, al fine di chiarire il ruolo del sistema renina-angiotensina-aldosterone nella regolazione della PA (Tomaschiz A, Maerz W, Pilz S, et al. Aldosterone/renin ratio determines peripheral and central blood pressure values over a broad range. J Am Coll Cardiol 2010; 55: 2171).
È stato osservato che, come indicato dai valori del RAR, una inappropriatamente elevata concentrazione di aldosterone esplica un netto effetto sui valori pressori, rappresentando un importante parametro predittivo di aumento di pressione sistolica e diastolica. I pazienti studiati hanno avuto angiografia coronarica: essa ha reso possibile la misura della pressione arteriosa centrale aortica che riflette le condizioni di carico sul miocardio e di pressione di perfusione delle arterie coronarie, renali e cerebrali. La correlazione tra valori di RAR e di pressione periferica è stata simile a quella tra RAR e pressione centrale. È stato dimostrato che l’incremento dei valori di RAR è stato parallelo a quello dei valori di pressione media periferica sistolica e diastolica. È stato inoltre rilevato che, escludendo i pazienti in trattamento con ACE-inibitori e bloccanti il recettore per l’angiotensina, il rapporto tra RAR e pressione arteriosa non si è modificato. Inoltre, a un determinato livello di RAR, il livello di concentrazione plasmatica di aldosterone (CPA) non ha presentato rapporti significativi con i valori pressori.
Ciò indicherebbe che i pazienti, a diversi livelli di CPA, possono regolare il livello di concentrazione plasmatica di renina (CPR). Un aumento di ritenzione di acqua e sodio, che conduce a un aumento di pressione dipendente dal volume e conseguentemente ad aumento della perfusione renale e al carico di sodio al tubulo, sembrerebbe ridurre la CPR a differenti livelli di CPA. Gli autori sottolineano che i pazienti con bassi livelli di renina possono presentare ridotti o elevati livelli di CPA e ritengono i livelli di CPR si comportino come “sensori” dei valori pressori e siano più validi indicatori della sensibilità individuale dell’aldosterone a confronto con la stessa CPA.
La correlazione tra RAR e pressione si mantiene a tutti gli stadi di insufficienza renale e ciò confermerebbe l’importanza dell’associazione tra eccesso relativo di mineralcorticoidi e livello di pressione arteriosa.
Nel concludere, gli autori ritengono che l’iperproduzione di aldosterone e i suoi effetti sulla ritenzione idrosodica e sulla funzione e sulla struttura vascolare, rappresentino la più importante componente della pressione arteriosa periferica e della, finora non adeguatamente considerata, pressione arteriosa centrale. Queste considerazioni giustificano il più vasto uso di farmaci bloccanti il recettore mineralcorticoide, specialmente nei pazienti nei quali altri antipertensivi esplicano minore effetto sul controllo della pressione. Su tali problemi sono necessari ulteriori studi clinici controllati.