Se tu nascessi
una seconda volta

Oggi è sottoposto al trapianto di midollo.
Da un altro cordone ombelicale, il tubetto che lo collega alla sacca del midollo, scendono le gocce di sangue, a una a una, lentamente.
Ogni goccia un po’ di amore, ogni goccia una preghiera.
Percorro avanti e indietro il lungo corridoio dell’ospedale di Perugia, in attesa che a mio figlio sia trasfusa la vita. E ricordo l’altro corridoio, nell’ospedale di Firenze dove l”ho messo al mondo.
Il parto era avvenuto con il metodo Leboyer, il parto dolce. Il bambino, per riprendersi dallo stress, è adagiato sull’addome della madre, affinché continui a sentirne il calore e il battito cardiaco. Il cordone ombelicale è reciso tardivamente, in modo da rendere meno traumatico il passaggio alla respirazione polmonare.
Allora non c’erano luci accecanti. Intorno, una musica lieve. Quando mi riportarono il cucciolo ripulito, sul carrello con gli altri neonati, trasportati nel lungo corridoio dove si affacciavano le camere delle madri, riconobbi immediatamente la vocina potente di Niccolò che si avvicinava.
Ora, sono io a fare di corsa un corridoio, alle 15, quando mi dicono che posso abbracciarlo.
Entro nella stanza, urto contro l’odore di medicinali misto a sangue. Lui sta bene, è tranquillo, un’espressione quasi mistica sul volto. Indossa la maglia «miracolosa» che gli ha portato la cugina Marcella, e ha in mano l’immagine della Madonna regalatagli dal suo professore di italiano.
Mi guarda: l’emozione ci impedisce di parlare. Finalmente, gli apro il mio cuore.
Sto vivendo questo momento come se tu nascessi per la seconda volta. Ma, questa volta, è ancora più bello.

Da: Nicco per sempre,
di Luana Gana Alessano.
Mursia, Milano 2010.
Pagg. 43-44.